La collaborazione accesa tra la nostra associazione e le forze dell’ordine italiane ha portato alla restituzione di oltre mille esemplari di cactus raccolti in natura al Cile. Le piante, appartenenti ai generi Eriosyce e Copiapoa erano state sequestrate presso l’abitazione di un sospetto trafficante specializzato in cactus rari di origine illecita.

Ha generato un’eco a livello planetario la notizia riguardante l’esito di un’indagine che è durata oltre un anno, svolta dai Carabinieri forestali di Ancona con la collaborazione della nostra associazione.

Tutto ha avuto inizio nel febbraio 2020, quando il Tenente Colonnello Simone Cecchini, comandante dei Carabinieri Forestali di Ancona si presenta all’ingresso di una villetta a Senigallia, accompagnato da alcuni colleghi e dal naturalista e vivaista Gaetano Palisano, consulente CITES di Roma, con l’obiettivo di verificare l’esattezza di alcune segnalazioni che indicavano in quel luogo la probabile presenza di piante protette dalla CITES, di origine illecita.

Il sopralluogo porta alla scoperta di un vero e proprio deposito clandestino di oltre mille piante chiaramente raccolte in natura e appartenenti a specie molto richieste sul mercato nero, moltissime delle quali del tutto prive di radici poiché raccolte in habitat solo poche settimane prima.

Il valore economico e anche biologico della refurtiva non sfugge agli occhi esperti del Ten. Col. Cecchini, che decide di interpellarci per chiedere il supporto logistico per la messa in sicurezza delle piante.

Da quel momento si accende una collaborazione tra ABC e le forze dell’ordine nello svolgimento di indagini approfondite che si protraggono per oltre quattordici mesi e che ha il suo esordio nell’ottenimento della disponibilità temporanea da parte dell’Orto Botanico Città Studi di Milano a ospitare le piante, che vi sono trasferite immediatamente.

Il direttore Marco Caccianiga, botanico forense è inoltre incaricato dalla Procura per lo svolgimento della perizia scientifica, volta a stabilire in maniera irrefutabile l’origine selvatica delle piante sequestrate. Nello svolgimento del suo compito e nell’ottimizzazione delle condizioni di coltivazione delle piante ospitate nel suo istituto,  Caccianiga conta sul sostanziale apporto dell’Ing. Marco Giani, uno dei pochi esperti italiani nell’ambito delle cactacee da collezione di origine cilena.

Mentre le piante sono sottratte al sospetto trafficante, ABC contatta il gruppo degli esperti di cactus e piante succulente dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN), nelle persone del co-direttore Barbara Goettsch e del botanico Pablo Guerrero dell’Università di Concepción in Cile, esperto studioso di questi cactus, aggiornandoli sulla condizione delle piante.

Fin da subito il tema più urgente da affrontare è quello di identificare una sistemazione definitiva alle mille piante, le cui esigenze colturali sono del tutto peculiari. Inizialmente si esplora la possibilità di affidare lotti di piante a vari orti botanici italiani e stranieri, tra cui la prestigiosa collezione di succulente di Zurigo.

Alla fine ABC e Carabinieri propendono per tentare la restituzione delle piante al Cile, paese da cui erano state sottratte, anche grazie alla disponibilità della IUCN a sovvenzionare parte dei costi di spedizione. Per il resto provvede l’Orto Botanico di Milano.

Inizia quindi la fase più complessa dell’Operazione Atacama, consistente nel disbrigo degli obblighi burocratici necessari al rimpatrio delle piante.

Grazie all’intermediazione del Ministero per l’Ambiente e dei Carabinieri forestali di Ancona, la nostra associazione entra in contatto con la direzione generale della Corporazione Nazionale Forestale del Cile (CONAF).

Inizia una lunga attività di intermediazione tra enti cileni e italiani tra cui il Servizio fitosanitario nazionale, che culmina con l’autorizzazione rilasciata dal Servizio Agricoltura e Allevamento del Cile (SAG) al CONAF per l’importazione delle piante, con l’obbligo di quarantena per 120 giorni, al fine di identificare la presenza eventuale di agenti potenzialmente pericolosi per l’ecosistema cileno.

Comunicato ufficiale della Ministra all’Agricoltura del Cile, Maria Emilia Undurraga.

Autorizzazione all’importazione delle piante concessa dal Servizio Agricoltura e Allevamento del Cile (SAG).

Richiesta formale di restituzione delle piante al Cile, prodotta dalla Corporazione Nazionale Forestale (CONAF).

Il 12 aprile 2021 le piante sono spedite a Parigi e da qui al Cile dove giungono il giorno 18 per essere ospitate presso il centro di quarantena del SAG nelle vicinanze della capitale Santiago.

Con la consegna delle piante alle autorità cilene si conclude l’Operazione Atacama, nella speranza che la vita di queste piante possa conoscere una felice prosecuzione nella terra che ha dato loro i natali, per lo meno per servire come testimonianza per le future generazioni.

Lettera di ringraziamenti ufficiali prodotta dalla Corporazione Nazionale Forestale (CONAF) del Cile.

Lettera di ringraziamenti ufficiali prodotta dal Nucleo Carabinieri Cites di Ancona.

Operazione Atacama si conferma come il più importante sequestro di piante di provenienza illecita mai compiuto, paragonabile in parte ai grandi sequestri che furono compiuti in Europa agli inizi degli anni ’90, quando i paesi comunitari aderirono alla Convenzione sul Commercio Internazionale di animali e piante in pericolo (CITES). Se ne differenzia sostanzialmente per il fatto che tutte le oltre mille piante sequestrate sono state raccolte in tempi e luoghi diversi dalla medesima persona, la stessa che poi si occupava di immetterle sul mercato clandestino, accompagnando ogni singolo esemplare con minuziose informazioni sulla sua provenienza.

Intervista dettagliata di Rachel Nuwer sul New York Times – Science del 20 maggio 2021.

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